“Green revolution” ideata per Prologis verte totalmente sul tema della natura e sull’importanza del cambiamento in atto nel mondo volto alla salvaguardia del pianeta e alla consapevolezza circa le sue possibilità energetiche, economiche e sociali. Questo è un tema ricorrente nei lavori di ETNIK ed è spesso rappresentato nella contrapposizione tra città e natura. Quest’ultima spesso cerca di riappropriarsi dei propri spazi. In questo progetto si può vedere la “green revolution” dell’artista nella scelta grafica e nel dualismo tra forme geometriche che rappresentano la Città (quindi le architetture, la mano dell’uomo sull’ambiente) e la Natura.Il riappropiamento della natura sugli agglomerati urbani è enfatizzato dalla presenza dei giardini verticali che non solo rendono reale questo binomio presentando la natura come la vera protagonista della parete, ma si pongono in continuità con l’area verde presente sul piano orizzontale antistante la parete stessa. A completare l’opera, sono le parole chiave che rappresentano questo lavoro: “Future change’’, ‘’Change through innovation’’ e ‘’Integrity’’ ma anche ‘’Courage’’.Queste sono state il punto di partenza del progetto.Sono tre i piani di lettura di quest’opera:Il primo è più descrittivo grazie agli elementi naturali immediatamente riconoscibili da parte del fruitore fruitore. Il lavoro pittorico integra e gioca con il verde reale in un’unica composizione omogenea.Il secondo sta nella composizione semi astratta di volumi architettonici, una cromatica pittorica ben studiata e disposta nel quadro in modo da dare input e sensazioni diverse e progettate per risaltare le forme più importanti. La composizione prevede un dualismo tra forme naturali e solidi geometrici sottolineando il tema caro della CITTÀ – caro all’artista – come playground dell’arte urbana. Ma anche luogo dove l’uomo principalmente si muove e lo spazio che il verde o la natura trova in esso rimandando anche a certi tipi di architettura utopica. Questo permette ad ETNIK di articolare il suo messaggio “Green” e di rappresentarlo in una chiave astratta in alcuni momenti e surreale con il cambio di punti di vista o di giochi di macro e Pixel in cui astrarre le figure.Il terzo piano di lettura più profondo è il rimando vero e proprio alle origini del writing cioè l’elaborazione stilistica del suo lettering interno alla composizione. Questo lo rende un lavoro molto articolato dalla prima fase di lettura e lo completa inserendo anche la chiave stilistica oltre al concept e la descrizione dei temi. Il lettering nel percorso creativo di ETNIK diventa la massa di volumi a simboleggiare la parte Urban della composizione, un modo per descrivere la città dipingendola sulla città stessa, un gioco alla Escher che pone il suo lavoro in un’area astrattista del panorama artistico.ETNIKNato a Stoccolma l’artista vive e lavora a Torino. Attivo nella scena graffiti writing sin dai primi anni ‘90, ha ricercato sempre una nuova strada per superare i limiti classici della disciplina portando la pittura murale ad alti livelli, ideando e organizzando anche eventi che hanno messo in contatto i migliori artisti del panorama europeo.La trasformazione delle lettere che compongono il suo nome in masse geometriche sono lo spunto su cui costruire moduli architettonici che s’intersecano violentemente su piani opposti e punti di vista spiazzanti per rappresentare un cemento sempre più costrittivo e un EQUILIBRIO sempre più precario nella vita quotidiana di ognuno di noi. Agglomerati urbani ed elementi naturali che fluttuano in uno spazio indefinito, in cui sono presenti le contraddizioni degli spazi urbani in cui viviamo. Questo modo di rappresentare la CITTÀ, criticandone le dinamiche urbanistiche, è in stretto rapporto con le diverse modalità di approccio dell’artista alla pittura come anche alla scultura e l’installazione, riconoscendo in lui un’autorevole testimone del suo tempo, sperimentatore ed innovatore del lettering.