Giorgio Bartocci è uno street artist fuori dagli schemi che nelle sue opere esplora il complesso e affascinante rapporto tra l’uomo e il territorio in cui vive.

Nato a Jesi nel 1984, Bartocci inizia giovanissimo a trovare ispirazione nel mondo del Writing europeo. Dopo essersi formato all’ISIA di Urbino, specializzandosi in grafica e comunicazione visiva, la sua carriera lo porta a Milano, dove vive e lavora. Il suo viaggio artistico lo ha portato a creare installazioni e opere pittoriche in tutta Italia e all’estero, trasformando gli spazi urbani e istituzionali in grandi tele su cui esprimere una tensione creativa in continuo dialogo con la società contemporanea.

Dal 2010, Bartocci ha realizzato installazioni ambientali e murali in città italiane e internazionali, partecipando a più di trenta residenze d’artista e a festival di arte di grande rilievo. Nel 2014, la sua opera murale “Principia”, creata per la Casa dell’Architettura di Roma, ha segnato un momento cruciale della sua carriera, rendendolo un protagonista della scena artistica urbana. Tra le sue esposizioni più significative troviamo “MINIERA”, ospitata a Palazzo Fazzari di Catanzaro nel 2016 e poi riproposta al MAM di Cosenza nel 2017. Le sue collaborazioni con grandi marchi come Eni e Napapijri, e le sue opere esposte al Macro di Roma, lo confermano come uno degli artisti più influenti del panorama contemporaneo.

Ora, qui davanti a voi, c’è una delle sue opere più suggestive, “Mappamondo blu”. Questo container si trasforma in un simbolo universale, parte della serie Mappamondo, che racchiude il senso profondo della pittura di Bartocci. Attraverso parole chiave come passione, coraggio e lavoro di squadra, l’artista ci racconta l’essenza stessa dell’uomo. Le sue pitture gestuali, intense e cariche di forza, nascono da un istinto profondo, quasi primordiale. Ogni pennellata, ogni stratificazione di colore è uno specchio della vita stessa, con tutte le sue complessità e sfaccettature.

Sul lato anteriore, la figura umana si fonde con simboli antichi, come un volto che richiama memorie sepolte nel tempo, cercando di rappresentare l’essere umano nella sua forma più pura ed essenziale. È una pittura che va oltre l’apparenza, scavando nell’intimo della nostra natura. Sul retro, le astrazioni prendono il sopravvento: forme fluide e dinamiche che si muovono come mappe segniche, tracciando un percorso che sembra suggerire la complessità del mondo interiore ed esteriore che viviamo ogni giorno.

Giorgio Bartocci ci invita a riflettere sul nostro ruolo nel mondo, con una pittura che non è solo decorazione, ma uno specchio della nostra esistenza, piena di sfide, coraggio e continua ricerca.